DIVARIDOC 2008
Il dissenso
LABORATORIO DI VIDEO-DOCUMENTAZIONE SOCIALE
a cura di Livia Giunti e Francesco Andreotti
in collaborazione con SANTIFANTI e con i corsi di laurea in “Cinema, Musica, Teatro” e “Cinema, Teatro e Produzione multimediale”, Facoltà di Lettere, Università di Pisa
In questo nuovo appuntamento di DivariDoc si affronta in maniera approfondita la fase della ripresa video, seguendo da vicino la poetica e la didattica del cinema diretto. Le immagini con cui scegliamo di raccontare una porzione di realtà sono sempre una rappresentazione della realtà, sono sempre portatrici di un doppio sguardo, quello del soggetto che filma e quello del soggetto che si trova davanti all’obiettivo. È necessario quindi esprimere una consapevolezza e una visione personale.
Documentare una realtà sociale significa non solo entrare in contatto e stabilire un rapporto di fiducia e reciproca intesa con una persona o un gruppo di persone, come in uno degli sviluppi più classici del documentario sociale (il ritratto, l’intervista), ma significa anche costruire un’immagine: scegliere un’inquadratura, ascoltare un rumore, osservare un luogo, seguire un’azione… La sfida più grande è forse quella di riuscire a far parlare i suoni e le immagini.
Il laboratorio si è articolato attraverso incontri settimanali nel weekend con lezioni teorico-pratiche, proiezioni e uscite di gruppo.
Insieme al laboratorio la rassegna L’Italia allo Specchio – Visioni e percorsi nel cinema della realtà, a cura di Livia Giunti e Francesco Andreotti, ha presentato al pubblico una panoramica su alcune recenti produzioni documentaristiche del nostro paese, occasione per confrontarsi con il documentario alla presenza di alcuni autori che hanno fatto dell’indagine sulla realtà una propria cifra stilistica.
Alla fine del laboratorio abbiamo immaginato un “percorso” e non un’unica proiezione perché la tematica del dissenso ci portava in tante direzioni diverse. Ci è sembrato necessario dare a ogni voce il proprio spazio pur nell’incrociarsi di alcune esperienze. Soltanto nella pluralità dei punti di vista, dei soggetti scelti, dei percorsi di vita si può trovare la ricchezza del dissenso che come tanti oggetti mentali è difficile da filmare. La telecamera è lo strumento per “provocare” la realtà e rivelarla da un’angolazione personale. Immagini e suoni sono gli elementi che costruiscono il senso. La Videoinstallazione è quindi stata allestita nei locali del Nuovo Teatro delle Commedie e intitolata 7 passi nel dissenso, un percorso visivo lungo sette stazioni:
Ouverture di Alessandro Ambroggi
Soli di Valeria Fontana
Anima rock: Rolando Cappanera intervista Johnny Salani il poeta della “Strana Officina” di Martine Polese
Devo andare un po’ lontano di Rosalia Gallardo Gonzales
In cammino di Alessio Valente
Rebeldìa. Incontri/Incroci di sguardi di Paolo Casolino e Claudio Testi
Piergiorgio e Mina Welby: un punto di vista di Francesco Andreotti e Livia Giunti
Il laboratorio e la rassegna sono stati sostenuti dal Comune di Livorno.